Lungo il corso del fiume Zambesi, nel punto in cui questo segna il confine geografico tra lo Zambia e lo Zimbabwe, vi sono le spettacolari Cascate Vittoria. Di grande effetto è anche il luogo in cui sorgono, una gola molto profonda e stretta che consente di ammirare tutto il fronte della cascata dall’altra sponda. Originariamente, prima dell’arrivo degli europei, erano note con il nome di Mosi-oa-Tunya, cioè “il fumo che tuona”.
Un celebre esploratore scozzese, David Livingstone, giunse in questo incantevole luogo durante un viaggio lungo lo Zambesi. Era rimasto molto colpito dalle cascate Ngonye, situate più monte, ma quando vide le cascate Vittoria ne fu talmente impressionato che diede loro il nome della regina d’Inghilterra, la regina Vittoria.
Precisamente egli giunse sulla piccola isola che sorge in mezzo al fiume, poco prima del salto, che divide coreograficamente in due la cascata. Oggi quest’isolotto è noto con il nome Isola di Livingstone, in onore dell’esploratore. Nel corso dell’Ottocento altri avventurieri si recarono a visitare il luogo, come John Kirk e il portoghese Serpa Pinto, ma la zona venne maggiormente visitate dagli europei, grazie alla costruzione della linea ferroviaria nel 1905. Oggi le cascate fanno parte di due parchi nazionali, il Mosi-oa-Tunya National Park in Zambia e il Victoria Falls National Park in Zimbabwe e dal 1989 sono inserite nella lista dei siti patrimonio dell’umanità dall’UNESCO. Nelle due aree protette si possono ammirare splendidi esemplari di giraffe, elefanti, bufali, numerosi ippopotami e i rari rinoceronti bianchi.
Il fiume Zambesi è costellato da numerose isolette ricoperte da una rigogliosa vegetazione, che aumentano più ci si avvicina alle cascate. Queste iniziano quando il fiume precipita in uno stretto dirupo alto fino a 105 metri, creando una nebbia di gocce d’acqua visibile anche a grandi distanze.
Sul limite del precipizio le varie isolette dividono il flusso dell’acqua in quattro cascate. Singolare è la cosiddetta Piscina del Diavolo, una vera e propria piscina naturale tra le rocce, situata al bordo della cascata in cui, soprattutto negli ultimi anni, molti turisti si recano per fare un bagno indimenticabile, sfidando il pericolo. Subito dopo un’ampia laguna, nota come Boiling Pot, cioè “pentola bollente”, la gola è attraversata da uno dei cinque ponti che attraversano lo Zambesi, lungo circa 250 metri e alto ben 125 metri rispetto al fiume sottostante.